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Cogne vergogne 2007


CHE SCANDALO QUEL VECCHIO PALAZZO DEL “REGINA ELENA”!

Ricordo che erano gli anni sessanta (io allora studiavo per medico) quando, ogni giorno, mi trovavo di fronte, prima di andare a lezione, questa superba struttura, che nascondeva, dentro le sue mura, il mistero della sofferenza: l’oncologia. Rammento che, all’epoca, la Regione Lazio (con L’Università “La Sapienza”) erogavano un affitto di cinquanta milioni di lire, al mese. Da un po’ di anni questo centro è dimesso (l’oncologia è stata trasferita al San Raffaele di Mostacciano – RM). Si continua a pagare l’affitto, ma non per dare assistenza ai malati, né per fare ricerca, come si era ventilato prima da alcuni responsabili del settore, bensì per consentire ad un gruppo di extracomunitari di piazzarsi dentro, come in trincea, con panni appesi alle finestre, accanto a logore bandiere di battaglia, con catene ai cancelli dei cortili che nascondono autovetture costose e, chissà quante altre cose, con slogan provocatori e di sfida. Di tumore ancora si muore e si raccolgono i soldi per la ricerca, in mezzo a tutto questo spreco. A chi giova? Facciamo qualche considerazione, visto che non le fanno i giudici, che a chiacchiere raccontano la favola della giustizia, ascoltando i soliti inquirenti che si dedicano all’invenzione di inchieste inutili e dispendiose, trascurando invece problemi, come questo, che si trovano sotto il naso. Ma questa è politica! L’Università “La Sapienza” spende cifre enormi (e vorrei sapere come vengono utilizzate) per affittare uffici e locali attorno a Piazza Indipendenza e nei suoi paraggi, quando invece potrebbe utilizzare questa enorme struttura, visto che paga inutilmente l’affitto. Che ne dice di tutto questo il Ministro Brunetta che, pur non avendo la statura, vuol recitare il personaggio di Catone il Censore? Forse ha paura di toccare gli interessi di chi elargisce le lauree o le cattedre, che molto spesso aderiscono ai corpi separati del potere: poveri noi, che meschinità! Ce la prendiamo solo con i deboli, quando invece la giustizia dovrebbe esigere il rispetto di tutti. Che pensano i giovani di tutto questo?: certamente dovranno andare in altri paesi per cercarsi i modelli sociali e culturali.  Il nostro paese non da più la nascita a poeti e a navigatori, ma purtroppo a cialtroni e a profittatori sociali. Non dimentichiamo però che tutto questo ha un prezzo: la fine

Prof. Antonio Vento

28-11-08

 

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