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SORRISI E LACRIME Sono passati poco più di trent’anni e la storia del nostro paese pare ripetersi come se questo tempo non fosse passato e non ci fosse appartenuto: è un paese che non anele a grandi ruoli storici e tende a garantire ai cittadini italiani quelle poche cose che fanno sorridere; il cibo, i vestiti e le canzoni. Ma ormai la storia non la fanno più le singole nazioni, la fanno le grandi potenze (e l’Europa non è ancora una grande potenza e forse non lo sarà mai se le singole nazioni non prenderanno coscienza della loro strutturale debolezza), i mercati globali che però stanno in uno stato di agonia perché è il capitalismo stesso che agonizza per esaurimento di idee e di risorse, il crollo umiliante della cultura e la mancanza di responsabilità degli uomini colti che potrebbero pensare, ma non pensano perché si sono sottomessi alla storia, il popolo che ha perso la sua dignità sotto le frustate delle istituzioni, dei partiti e dei sindacati. La vecchia classe politica ha, da sempre, rinunciato alla democrazia (di fatto falso valore) per difendersi i personali privilegi, delegando il potere alle banche e alla destra economica degli ebrei americani e ai loro lacchè. La storia però non può essere sempre tutta programmata, qualcosa sfugge all’attenzione dei sociologi del sistema e questa loro disattenzione o incapacità di saper leggere gli accadimenti e le tensioni sociali può costare caro alla politica ed ai poteri costituiti. Certamente questo terzo millennio già si affaccia alla storia con due eventi inquietanti per la vecchia cultura, ma forieri di speranza per la gente che vive male perché non ha lavoro e viene lo stesso pressata dallo sfruttamento finanziario e fiscale. Questi due eventi di cui parlavo sono: appunto l’agonia (che precede il rigor mortis) del capitalismo e la fine della chiesa cristiana. Entrambe queste idee hanno accompagnato l’uomo per lungo tempo e si sono lentamente consumate, perché le idee nate dall’uomo possono durare a lungo, ma non essere eterne. La debolezza attuale della chiesa si legge nei suoi stessi tentativi contorsionisti di sopravvivenza, mettendo in atto processi di cambiamento o di ammodernamento, che hanno però soltanto un significato difensivo e quindi di sopravvivenza di fronte ai gravi errori che i suoi sacerdoti commettono: vedi, ad esempio, la pedofilia o i grandi intrighi bancari di cui spesso è protagonista. Diciamoci intanto che il deposito aureo del Vaticano può essere invidiato da Fort Knox e basterebbe da solo ad aggiustare tutti i problemi sociali e finanziari del nostro paese. Dicono che i santi si sono sempre spogliati dei loro beni per darli ai poveri e, allora, perché non fa la stessa cosa la chiesa che li santifica? Evidentemente il suo grande sentimento non è la carità, bensì il potere materiale. Ma non voglio dilungarmi. Voglio soltanto puntualizzare alcune cose, delle quali ho già parlato in un mio libro, pubblicato nel 1992, “Morale e Politica”, che si ripropongono da sole per la loro attualità nello scenario politico dei nostri giorni: i grillini hanno vinto le elezioni politiche nel nostro paese ed io, a dire il vero, ne sono contento perché la loro vittoria ha consentito di spazzare via tanta sporcizia politica che da anni faceva venire l’orticaria ed affamava la gente più povera e i giovani. I D’alema, i Casini, i Buttiglione e così via hanno finito di prendere in giro la povera gente disperata e senza lavoro. Ma Grillo è pronto a far rinascere questo paese o ha bisogno dei supporti stranieri, della Francia, della Germania e dell’America per fare politica? Se così fosse (e purtroppo così pare che sia) staremmo peggio di prima, ancora una volta ciurlati dalla democrazia. Per fortuna però che, come prima dicevo, qualcosa sfugge sempre alla storia e al nuovo cattopopulismo di Grillo, perché le cose malfatte, come le bugie, hanno le gambe corte. Proprio ieri, l’uno marzo, a Roma sono state messe in atto due sparatorie, una delle quali per un tentativo di rapina a un furgone, finita con una morte e con arresti, che fanno pensare, come circa trentacinque anni fa, alla rinascita dei vecchi gruppi di protesta armata, le brigate rosse e le brigate nere (il morto era un ex brigatista rosso e uno degli arrestati è un brigatista nero). I colori estremi si uniscono in un solo progetto che è quello di sovvertire la falsa democrazia, che non garantisce la vita ai giovani e ai tanti disoccupati e quindi non fa sorridere, fa solo piangere e soffrire. Vedete, ogni sovvertimento di un vecchio sistema politico può avvenire solo quando due elementi fondamentali della storia si incontrano: l’elemento oggettivo (che ci sta tutto perché non c’è lavoro, c’è la disperazione dei giovani e delle famiglie, ci sono i malati che soffrono e sono alquanto dimenticati dopo i grandi tagli sulla sanità, c’è una povertà culturale come mai c’è stata) e l’elemento soggettivo (la rabbia e la disperazione della gente). A tutto questo si aggiungono le manovre e le strategie degli altri paesi che cercano di fortificare la loro economia sulla pelle degli altri, ma stupidamente perché, con la globalizzazione, la stabilità politica si può raggiungere col benessere di tutti e non di una sola parte: fino a quando ci saranno divisioni e sopraffazioni non ci potrà mai essere uno stato di pace generale e non potremo mai dire di aver realizzato un sistema politico di Democrazia Diretta. Ho l’impressione che mai come in questo momento il tentativo di destabilizzare il nostro paese e l’Europa, da parte dell’asse franco-tedesco e americano, per il dominio commerciale e finanziario del Mediterraneo e dei paesi del nord Africa, è stato così alto. Prof. Antonio Vento
02-03-2013 |
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