Università degli studi di Roma La Sapienza |
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RIFLESSIONI Miei cari lettori,
so bene che i problemi della vita quotidiana sono tanti e che, per
questo, ognuno di noi si aspetterebbe messaggi di evasione e di
tranquillo riposo, ma con tutta la mia buona volontà mi rendo conto che
questo non è possibile, se non si vuole rinunciare al bisogno di esserci
su questa nostra terra. Le possibilità di farsi appena notare sono
poche: se taci vivi d’inedia e di privazioni; se parli rischi di essere
mal compreso e forse anche represso; se fai qualcosa che non sia in
linea col sistema sociale paralizzante e annullante vieni emarginato.
Gli intellettuali di oggi sono banali e tutt’al più pedine del sistema;
i politici sono comodi cialtroni che pensano solo di rifarsi la poltrona
(il proporzionale con le liste fatte dai partiti annullano ogni bisogno
popolare di democrazia); i burocrati sono mignatte preoccupate della
carenza di sangue da succhiare; i banchieri e i finanzieri sono ladri
indisturbati (vedi le vergogne della Banca Mondiale); i partiti sono
invidiati dalla più casinista massoneria; i presidenti delle grandi
potenze sono grandi affaristi e piccoli uomini; i professionisti sono i
disorientati della storia; le università sono delle aziende pulciare,
prive di orgoglio e di amor proprio; i maschi si prostituiscono, dove
già le donne si sono prostituite (avessimo almeno il coraggio di
sostenere l’orgasmo con l’apertura dei casini, la chiesa storica
permettendolo!); Beppe Grillo (quello che era o quello che è?) si
auto-declama presidente della Telecom (è tutta una risata); gli stati,
dopo le privatizzazioni, non avendo null’altro da vendere, farebbero
bene se vendessero gli spermatozoi degli ultimi soggetti, ancora muniti
di testicoli, prima che la specie si estingua; gli extracomunitari sanno
benissimo che il tempo è a loro favore, sia per le nascite, sia per i
beni che gli stupidi europei hanno messo da parte, col loro capitalismo
(la morte livella tutti); le assicurazioni sono grate e devote (anche
pecuniariamente) ai governi, che non garantiscono ai giovani una
pensione; il lavoro è una chimera virtuale, per chi non vuole lavorare,
e un sistema di controllo per chi lo ama; la nascita, la malattia, la
morte, sono un solo commercio (di azoto che si trasforma in ossigeno
letale); ma ci chiediamo quale sia lo scopo di questa esistenza? Mi
perdonerete per la mia sincerità: almeno non avrò sorprese. Prof. Antonio Vento |
Tel.06-49918107, cell. 338-7710372,
e-mail :
ventoa@hotmail.it
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