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PACE E VERITA’, IN UN MOMENTO DI NOIA

E’ soltanto a causa della noia che qualche sera, forse per assecondare il sonno che stento ad accogliere, per mia scelta e natura, accendo il televisore, con i suoi soliti luccichii fibrillanti, che allontanano la mente dalla realtà, nulla aspettandomi se non confermare la mia giusta noia. Ieri sera, sul tardi, rai uno trasmetteva la premiazione di personaggi che avrebbero contribuito alla pace universale, in una sfolgorante serata napoletana del “premio internazionale della pace”. Ecco perché “pace e verità”: purtroppo la pace non c’è e lo si nota da tante cose; in Somalia si continuano a sequestrare i volontari che stanno lì per migliorare le loro condizioni di vita. Sono dei selvaggi che non hanno rispetto della carità e dell’umana disponibilità. La verità è che il mondo della povertà e della privazione di libertà, oggi, si ribella e vuole conquistarsi la vita: è il giusto risultato della globalizzazione, dopo un lungo flusso di sfruttamento e di repressione internazionale. Altro che premi internazionali per la pace! La verità è ben altra: ho ascoltato l’editore Rubbettino (tra l’altro mio conterraneo), premiato per aver contribuito, col suo lavoro, alla pace universale: citava il nostro filosofo Campanella, ma certamente a sproposito perché Campanella ha pagato amaramente per aver rifiutato l’ipocrisia delle istituzioni e l’arroganza del potere. Ho mandato all’editore Rubbettino, proprio giorni addietro, un mio romanzo e un lavoro importante di filosofia (dal titolo: “Questi figli sconosciuti o dell’Umanismo – Contributo per la ricerca di una Metafisica come scienza”), per il quale lo stesso prof. Franco Ferrarotti, dopo una lettura, mi ha spinto a cercare un editore, e Rubbettino mi ha risposto che i libri sono validi, ma, per la crisi economica corrente, dovevo cercarmi uno sponsor che comprasse almeno 300 copie del lavoro. Il mio scritto è certamente un valido contributo per il pensiero dell’uomo e, aggiungo, per la pace universale, ma ormai gli autori, come i grandi artisti e i veri pensatori, che non sono servi dei sistemi politici o lacchè sociali, non hanno alcuna speranza di essere letti o conosciuti: si pubblica solo mondezza che si legge per strada o sulle spiagge. Per fortuna che io ho qualche possibilità di diffondere il mio pensiero tra i giovani, dentro l’Università, dove insegno e lavoro. E sono proprio i giovani le vere vittime, che non conoscono più il valore del classicismo o l’importanza della filosofia: sono educati ad un pragmatismo esasperato, alla sete inarrestabile dell’avere, ma non sanno cosa sia l’essere e non conoscono il significato della parola Metafisica. Il nostro governo, che fa tagli continui nella sanità e nella scuola, che non si cura di rilanciare la cultura e la ricerca scientifica, ritiene opportuno investire nella repressione e nell’utilizzo dell’esercito, nell’identificazione dei rom con le impronte digitali, nello snaturamento della giustizia: pensate come saranno i nostri figli tra 10 anni; ho timore e tremore per loro e non intravedo una cultura della libertà, bensì della violenza, che li renderà sempre più stranieri alla famiglia ed a se stessi. Citare Campanella e Gandhi è soltanto uno sfruttamento dei valori, della pace, della libertà e, soprattutto, della verità: gli editori ricomincino a pubblicare i veri autori, come fa l’Editore Gallimard, a Parigi. I valori più che predicati vanno praticati!

Prof. Antonio Vento

Roma 01-07-08                                                                

 

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