Università degli studi di Roma La Sapienza |
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Cari ragazzi, da quando anch’io ero un ragazzo come voi, ribelle o comunque scoglionato (perdonatemi questa pesantezza retorica, ma rende l’idea), l’espressione più ipocrita che io ricordi e la seguente : “Il mondo è dei giovani”. Ma quando mai. I giovani, nel senso riferito da tale espressione, non hanno mai contato : ogni qualvolta che hanno cercato di far sentire la loro voce, sono stati sempre considerati ingenui o arroganti, se non violenti o espressione di contrastanti colori politici inaccettati e combattuti. E se voi avete, in qualche occasione, raggiunto l’unità d’intenti, l’avete potuto fare mettendovi in conflitto coi vostri padri, anzi sono stati loro a dissentire da voi. Siete stati, via via, stupidi, violenti, sfaticati, comunisti, fascisti, ingrati e così andando avanti, ma mai spontanei, belli nell’animo, ricchi di vita e di idee, veri. I padri non vogliono ammettere la loro decadenza e si trincerano dietro l’alibi della saggezza o nella totale indifferenza, per il terrore della morte che si avvicina. I ragazzi hanno la sensazione del tempo positivo, che si prospetta come possibilità dell’essere; i grandi hanno invece la sensazione del tempo negativo, come avvicinarsi al precipizio, come sentimento del nulla. Forse sarebbe utile cercare un punto d’incontro, dove si annida l’unica possibilità di felicità per l’uomo, l’umiltà delle diverse esistenze, nella coscienza che tutti siamo esseri umani, utili l’un l’altro. Ma quale insegnamento? Avete visto mai un padre che accetti di condividere serenamente le opinioni del figlio? O un politico che sappia dialogare col suo interlocutore? O un maestro che riesca ad ascoltare il suo discepolo? Il nostro, purtroppo è un mondo d’ipocrisia. Basta osservare i nostri parlamentari, che viaggiano indifferentemente da una lista all’altra, come se i simboli e gli schieramenti non rappresentassero nulla, né programmi politici, né sentimenti umani, solo puro calcolo finalizzato alla loro elezione. Certo, se Mazzarino rinascesse si sentirebbe un pivellino di fronte alla freddezza di questa gente, che non si cura neanche di tentare una qualsivoglia giustificazione morale. Forse anche Machiavelli, spaventato da così tanta libertà d’interpretazione dei suoi suggerimenti al principe, farebbe macchina indietro, consapevole che l’altrui malafede supera e mortifica ogni linearità strategica. Non vorrei comunque essere anch’io retorico e stucchevole, almeno non è questo il mio intento, ma credo che i giovani debbano tirare fuori il loro coraggio ed il loro ingegno e, senza mortificare volutamente nessuno, organizzarsi per la scalata alla gestione della loro vita e di quella dei loro padri. L’hanno già fatto le donne, le diverse categorie morali o sociali, lo propone anche la Chiesa, seppure ancora non esprime il coraggio della presa di posizione storica a difesa dei valori. Non basta dire che tutti siamo uguali per essere veramente uguali. Non è vero che siamo una realtà multirazziale e multietnica : si sta insieme per condizione, non per scelta; le nostre tradizioni, come quelle degli altri, rappresentano per ogni etnia un drammatico fardello, da cui non ci si riesce a staccare. Basta pensare che ancora si discute se appendere o no la Croce nelle aule scolastiche o consentire all’Islam di manifestare i suoi principi etici e sociali. La verità, cari ragazzi, è che l’uomo è in crisi da molto tempo e nulla si fa per aiutarlo a superarla. Si pensa a come conquistare i mercati, a come vincere le elezioni, in maniera astratta e senza porre al centro dei generali interessi l’uomo, a come schiacciare il prossimo per l’individuale supremazia, a come uccidere la verità per la misera menzogna della storia, a come consentire all’immanenza di sacrificare ogni creatività e la trascendenza. Si pensa a tutte queste cose e non si pensa invece a diffondere la cultura, a cercare la felicità collettiva, a trasmettere i valori della giustizia e della pace, ad avvicinare i genitori ai figli e insieme ridare valore e significato etico alla famiglia. Su questo scenario degli avvenimenti attuali e delle situazioni, ognuno di noi deve prendere posizione e dare un contributo per la soluzione dei grandi problemi dell’umanità : i laici devono spogliarsi del loro fanatismo ideologico, come la Chiesa della sua eccessiva trascendenza, che le impedisce di scendere sul terreno della storia per stare vicina ai suoi seguaci nella lotta per la vita. Nei prossimi giorni si andrà a votare per il Parlamento italiano, ma con la benda sugli occhi, per personaggi, anche squallidi o comunque inutili, imposti dai partiti. La cosa migliore è disertare le scelte del male e pretendere, con l’aiuto della Chiesa, depositaria dell’estremo barlume di moralità, di rifondare i valori e con essi anche la politica, che non è di destra o di sinistra, ma di una grande Dimensione Umana. Antonio Vento
18-03-06
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