Università degli studi di Roma La Sapienza |
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Una lunga disarmonia, spesso, anzi quasi sempre, volgare e reciprocamente ingiuriosa, fino al vomitevole esempio di un convivere che di per sé nega ogni forma di liberalismo e di giustizia sociale, in un continuo ingorgo di contraddizioni e di programmi che spesso si sovrappongono, pur offendendosi per la differente provenienza, incuranti della sensibilità di chi guarda e ascolta, soprattutto dei giovani che avvertono il ridicolo mestiere degli adulti, ascoltandoli sempre meno, ha caratterizzato lo scontro politico pre-elettorale. Ma cosa vogliono in fondo i cialtroni della politica, accompagnati dai nevrotici pusillanimi del giornalismo, disabituato ormai ad ogni analisi che superi, di poco, la cronaca sportiva? Non possono volere nulla di buono, perché non sanno, e quel che dicono di sapere è solo funzionale alla loro fragilità esistenziale, che li tiene legati al gusto nevrotico del potere, sempre alla ricerca di alleanze e sostegni psicologici, adatti alla sopravvivenza. Si sono vomitati addosso fiumi di cifre, tendenti a convincere gli elettori che, dal loro affermarsi, possano ricevere vantaggi finanziari, diminuendo le tasse, eliminando l’ICI che lascerebbe i piccoli comuni allo sbando, come anticamera della ribellione, aumentando le pensioni, non si sa con quali risorse, e così via…a prendere in giro la povera gente, quella che cerca disperatamente un lavoro o una casa. Hanno forse parlato di sanità o dei valori che si sono persi lungo la strada dell’affarismo? Quasi per niente. E la scuola? E la famiglia che tutti hanno bistrattato con promesse farneticanti, senza accorgersi che si sta liquefacendo per mancanza di riferimenti e di risorse? E i giovani, che hanno intelligenza, ma non hanno ideali e principi, lasciati soli sulla strada dura e difficoltosa dell’esistenza? Nessuno di loro ha, per esempio, cercato di garantire a questi giovani un prestito sociale di almeno 50.000 euro, da restituire in cinque anni, con l’aumento dell’ !%, per aiutarli a realizzare progetti di lavoro o per frequentare corsi di apprendimento in paesi stranieri, dove appropriarsi di nuove tecnologie da riportare nel nostro paese. Potremmo, per esempio, trovare i fondi utilizzando tutti i depositi degli affitti di locali ed appartamenti (restituibili dopo cinque anni dal deposito avvenuto) o tutti gli altri depositi e cauzioni, comprese le ricchezze dei sequestri che lo stato opera verso coloro che non rispettano le sue leggi, oppure costringendo le banche e le assicurazioni a restituire (almeno in percentuale) le enormi cifre rapinate illegalmente con l’anatocismo, con la cartolarizzazione, con le esagerazioni assicurative, con l’aumento smoderato dei prezzi, specie quelli degli idrocarburi, del gas e dell’energia elettrica, e così via. Bisogna utilizzare il male trascorso per un benessere attuale. Con le chiacchiere hanno confuso le idee ai cittadini facendo credere che le loro proposte economiche e finanziarie, da entrambe le parti, fossero quelle più liberali e più giuste, mentre invece ubbidiscono soltanto agli intrighi del potere. Che dire poi del mutismo voluto rispetto ai problemi di politica estera? A chi interessa la pace del mondo, oltre quel pizzico di paura nei confronti dell’imprevedibile azione dei terroristi? Eppure il terrorismo è dietro l’angolo e nessuno si rende conto che proprio il comportamento delle lobby politiche sta determinando il suo ripristino. Una società che non sa motivare la sua essenza storica e non sa offrire a tutti i cittadini un’opportunità di vita, con le conseguenti sicurezze ambientali e con gli adeguati servizi sociali, è una società destinata a soccombere nel disordine generale. Altro che liberismo o socialismo! Io penso che la sinistra vincerà le elezioni per uno scarto esiguo, ma la sua, come una eventuale vittoria del centro-destra, sono soltanto una “vittoria di Pirro”. Necessariamente si voterà di nuovo, tra uno, massimo due anni, dopo una modifica dell’attuale legge elettorale: si dovrà ritornare al sistema maggioritario, forse a doppio turno, per dare modo agli elettori di scegliere le persone giuste e conosciute per il loro impegno sociale e culturale. Soltanto così si può porre fine alla cialtroneria dei partiti ed alla loro invadenza. Soltanto così può finire il farsesco culto della personalità di personaggi come Berlusconi, come Rutelli, come Fini, come D'Alema e così di seguito, fino a spazzare via questo triste fardello della nostra storia, la pagina più nera, dopo la seconda guerra mondiale e dopo le varie stragi nazionali, che ancora chiedono giustizia. Prof. Antonio Vento |
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