Università degli studi di Roma La Sapienza |
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Certamente in un paese come il nostro quando si affronta un problema, qualunque esso sia, non si trova mai la strada semplice cioè quella delle soluzioni razionali e perciò giuste perché utili alla conservazione della specie e al suo miglioramento; si va a sbattere sempre contro grovigli di idee il cui fine è soggettivo e risponde agli umori utilitaristi dei gruppi o degli schieramenti. In tutto questo la politica rappresenta la sintesi della confusione mentale portata a livelli esponenziali, specialmente in periodi preelettorali. Si vogliono liberalizzare le droghe dette leggere – i cannabici o derivati della canapa – per i seguenti motivi: a) ne fanno tutti uso e danno un aiuto terapeutico negli stati di ansia e nel dolore, specie nei malati terminali. b) le carceri sono sovraffollate per la presenza di consumatori, specialmente immigrati che ne fanno uso ed abuso di queste sostanze. c) rappresentano una fonte di ricchezza per le diverse mafie. d) Non sarebbero nocive! Cerchiamo di rispondere punto per punto: a) si attribuiscono questi poteri ansiolitico e antidolorifico (come per tanti altri farmaci che danno gli stessi effetti) ma questo non giustifica la liberalizzazione in quanto potrebbero essere usati e prescritti in medicina come avviene per gli altri farmaci prescrivibili. b) le carceri sono sovraffollate per una cattiva organizzazione carceraria che non termina con l’esclusione di chi fa uso di cannabici che dovrebbero essere ospitati in luoghi diversi dal carcere, magari per essere aiutati al fine di un reinserimento sociale col lavoro e con la cultura. c) è vero che la malavita organizzata trae vantaggio dal commercio delle droghe, ma non possiamo essere così ingenui (e in tal caso complici) se pensiamo che liberalizzando l’erba (il fumo) la malavita venga intaccata nei sui innumerevoli tentacoli: forse pochi di quanti chiacchierano demagogicamente sanno che esiste un elenco di oltre seicento sostanze di abuso, in maggior parte sconosciute che non rientrano neanche nei protocolli che la polizia italiana possiede come elenco di principi attivi perseguibili dalla legge. Cito per esempio il Catinone presente nella foglia di Chat, pianta proveniente dai paesi del Corno d’Africa, o l’Efedrina che si estrae da un’altra pianta molto diffusa anche in Europa e potrei continuare. La malavita non aspetta altro che sostituire i prodotti di un mercato forse superato con sostanze psicotrope e psicoattive ancora più cruente e più dannose, ma anche più redditizie e meno perseguite. d) tutte le sostanze di abuso, come pure il tabacco, l’eccesso di sale da cucina, lo zucchero per il diabete, l’alcool ecc., sono nocive, come sono nocivi tutti farmaci se venissero assunti continuamente senza una precisa prescrizione del medico. E poi scusate ci preoccupiamo tanto che ci sono le mafie che commerciano in droghe e si arricchiscono: ma non rappresentano forse le ricchezze dei mafiosi una delle fonti più consistenti per lo stato? E non è forse col gioco che rovina tante famiglie e induce anche al suicidio, governato dalle mafie, che lo stato si arricchisce e che per questo non lo proibisce? Poi mi domando che fine fanno tutti questi soldi e perché non vengono venduti i beni dei mafiosi per creare posti di lavoro per i giovani, scuole, asili, invece di darle ai preti o ad associazioni improduttive, quando invece i soldi servono allo stato che si rifà sulla povera gente con tasse e con rincari nel mercato? E’ difficile trovare delle risposte da parte di chi è più mafioso dei mafiosi: basta ascoltare Report o leggere i giornali per capire come stanno le cose: la verità è che ormai le situazioni non possono cambiare se non con un’azione dura da parte dei cittadini affiancati con le forze istituzionali alla ricerca della giustizia sociale e di un’autentica moralizzazione. Prof. Antonio Vento
14-01-14 |
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