Università degli studi di Roma
La Sapienza
OSSERVATORIO NAZIONALE MOBBING

HOME    MOBBING    PUBBLICAZIONI    ARTICOLI    CONVEGNI E SEMINARI    CONSULENZE    RICERCA    LINK

 

Indice

LA CRIMINOLOGIA PER FUNZIONARE COME SCIENZA
DEVE SPOGLIARSI DI OGNI SOVRASTRUTTURA

Nell’ultimo trentennio la cultura, sotto ogni suo aspetto, si è piegata sempre più ad una sorta di superficialità pragmatica, che l’ha imposta come componente mediatica, alla stregua del “grande fratello” televisivo. Questo è ancor più evidente in riferimento alle storie criminologiche. Ormai la comunicazione non è più tanto quella cartacea, bensì quella televisiva. Gli spettatori non s’informano più per partecipare emotivamente (cioè per pathos), ma solo per dare sfogo alla loro aggressività esistenziale. Il loro è un bisogno di soddisfacimento inconscio delle proprie frustrazioni ingenerate dalla paura, che non è più la paura della morte, ma la paura della sofferenza e del dolore, in un clima generale di tensione, espressa nell’insicurezza sociale. Né si può fare appello alla morale, perché la vita attuale non offre garanzie di sostegno. Tutto è relativo e nulla ci suggerisce concrete visioni umane. Il sadismo, a partire dall’estetica, ha preso il sopravvento sui comportamenti delle persone. La nudità si è proposta come violenza rispetto alla concettualità dei sentimenti, anteponendo l’estetica all’etica. L’erotismo quale nudità, come pure i tatuaggi, i piercing e le droghe hanno invaso la coscienza dei giovani, affievolendo il piacere del rapporto a vantaggio di una sofferenza interiore, espressa con la solitudine, con l’aggressività, con la depressione, con la scarsa valorizzazione della vita e, qualche volta, col suicidio. Questa è la centralità dell’analisi da sviluppare, se vogliamo capire i comportamenti dei singoli, non quanto invece ci propone la psicologia, che si è fatta conquistare dalla mediaticità. Oggi siamo invasi da spettacoli che pongono in essere storie vere o inventate il cui fine è quello di attrarre l’attenzione del pubblico, attraverso la spettacolarità. Molti sono i casi di omicidi che evidenziano una contorta partecipazione degli attori che, a loro volta, cercano il supporto mediatico degli spettatori. Il caso di Sara è emblematico: manca poco che si vada a finire nel misticismo. La gente si muove in corteo davanti alla casa di Michele, alla ricerca di un segno qualsiasi che possa soddisfare le attese del loro immaginario; gli avvocati mirano ad imporre le loro tesi con l’audience; gli psicologi si autoincensano per superare il concetto di superficialità scientifica, da loro sofferta; i giornalisti e i tuttologi cercano il loro momento di popolarità. E la Criminologia cosa può fare in mezzo a questo stato di confusione generale? Nulla se prima non si libera delle catene multidisciplinari, che spesso si pongono in un ruolo di centralità d’indagine, che non può che essere fittizia. La Criminologia ha bisogno dello Psichiatra Criminologo che sappia porre, in un atto unitario, la visione del sopralluogo, tenendo conto del movente, della personalità del criminale che si adatta alla tipologia del crimine, dell’arma del delitto e dell’evento criminoso, partendo da una specifica intuizione: è una forma di Criminologia fenomenologica che si pone davanti al crimine senza farsi distrarre dai fenomeni particolari, cercando di raggiungere l’essenza situazionale. Le altre discipline servono come verifica e supporto della tesi centrale posta in essere dal Criminologo che coordina tutto il lavoro, senza farsi distrarre dalle diverse impostazioni scolastiche, che partono dalle particolari metodologie per cercare una verità che difficilmente potrà essere raggiunta.

 Prof. Antonio Vento

06-11-10
 

 

Tel.06-49918107, cell. 338-7710372, e-mail : ventoa@hotmail.it - Istituto di Anatomia Umana, via Borelli n. 50
Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche parziale senza previa autorizzazione