Università degli studi di Roma La Sapienza |
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Benedetto XVI, al Convegno su “L’identità mutevole dell’individuo”, si preoccupa che l’uomo possa essere oggetto di manipolazione ideologica e tenta di spiegare a tutti gli scienziati presenti che, nei nostri giorni è importante che “la scienza non divenga il criterio del bene” e si augura uno “sviluppo scientifico al servizio dell’umanità. L’uomo, per il Papa, gode di una sua libertà, che lo pone Tomisticamente in rapporto di alterità con la natura ed ha come fine “la trascendenza”, sulla strada del bene, senza rinunciare alla sua esperienza, che presuppone lo sviluppo della “sua coscienza”, “sulle leggi essenziali: la legge naturale e quella morale”. Io avrei preferito sentire parlare, il Papa filosofo, della trascendentalità più che della trascendenza; i nostri tempi sono tempi ambigui, dentro i quali l’uomo, più che il sentimento di libertà, prova un senso soffocante di schiavitù. La disoccupazione giovanile cresce, il disaggio dei malati è sempre più evidente, soprattutto per quelli che vivono in povertà; la politica non teme più la legge morale, né quella naturale; la scienza non si può fermare, neanche di fronte alla marginalità dell’uomo, che ha perso il potere del bene e della solidarietà e subisce lo strapotere delle scienze e dell’economia; la libertà è libertà condizionata e nessuno può restituire ad essa la sua originaria dignità; la politica ha rinunciato al decoro della pacifica gestione della cosa pubblica e si è arroccata nelle trincee dell’odio e dell’indifferenza. Basta assistere ad un dibattito tra i due schieramenti, destra e sinistra: sembrano tutte belve dissennate, che non hanno alcun fine. Altro che la trascendenza! Mi accontenterei, come dicevo, della trascendentalità nella ricerca dell’essere, che presupporrebbe una maggiore maturità di tutti gli uomini, sulla strada comune della convivenza e del reciproco rispetto, lungo la quale l’umanizzazione del sapere non rischierebbe alcuna fuga aberrante nei confronti dell’umanità, che soffre in solitudine ed ha perso il suo ottimismo esistenziale. Il Papa, nonostante la sua intelligenza teoretica, sacrifica l’uomo e la sua libertà alla morale dell’eternità cristiana, ma non si tiene conto che gli esseri viventi strisciano indecorosamente per sopravvivere, dove invece le Chiese e i Governi gestiti dai ricchi e da sfacciati amministratori, loro lacchè, hanno le casse piene, che non si aprono certo per aiutare i poveri e chi sta male. Quest’ultimo governo (il governo Prodi) è caduto, ma l’uomo non si solleverà dalla polvere se il nuovo governo non si varrà di menti sagge ed umili, che dovranno trovare il coraggio delle scelte decise e moralmente trascendentali, non trascendenti. Finiamola con i falsi moralismi di sinistra, che hanno impedito la costruzione delle centrali nucleari, costringendoci a comprare, a caro prezzo, l’energia elettrica dai francesi, i quali non hanno disdegnato di costruircele sulle Alpi, a ridosso di casa nostra. Che dire poi dell’ostacolo posto alla costruzione dell’alta velocità e dei collegamenti stradali con gli altri paesi europei, che avrebbero avvantaggiato i trasporti e l’industria, garantendo così altri posti di lavoro? Per non parlare poi dello smaltimento dei rifiuti di Napoli, che ha messo in crisi l’economia di tutto il paese e l’ultimo brandello di credibilità politica. Non è solo Napoli, però, il nostro problema dei rifiuti: basterebbe cercare con gli adeguati rilevatori le scorie radioattive che giacciono nei fondali dei nostri mari e sui monti della penisola, dove le neoplasie aumentano di giorno in giorno. Tutti lo sanno, ma hanno paura di parlare: paura di coloro che si sono arricchiti sulla sventura ecologica ed umana; paura di causare un collasso dell’economia turistica del Bel Paese. Coraggio, cambiamo le cose! Chi ha paura si metta da parte: è questo il momento di un Parlamento onesto e veramente democratico e di un Governo intelligente e forte. Prof. Antonio Vento
12 febbraio 2008 |
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