Università degli studi di Roma La Sapienza |
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BRUNETTA L’UNTOREDopo essersela spassata con la lotta “ai fannulloni”, come fa un bambino con i suoi soldatini, il nostro ministro, alla guisa di un putto in miniatura e invecchiato, si sta cimentando in terreni a lui poco conosciuti come la sanità. Già ha sbagliato ponendosi nel ruolo di giudicatore dei medici, minacciando pene severe per chi si azzardi a fare una diagnosi che non sia in linea con le scelte di governo, come se la medicina fosse uno strumento della politica e non una libera scienza; atteggiamento assurdo se si pensa poi che l’obiettivo sono i lavoratori e gli impiegati e mai i potenti e i politici, che spudoratamente non si presentano in parlamento e si fanno pure rappresentare da un collega. E’ questo un grande principio morale che misura lo spessore culturale del nostro ministro, il quale, se ben ricordo, non si poneva questi problemi (come ha scritto l’Espresso, qualche tempo addietro) quando affrontava la sua difficile battaglia per la carriera universitaria, risolta con i vantaggi craxiani o quando trasformava le case modeste in ville (sempre come ha scritto l’Espresso). Ma questi problemi, facili da riscontrare nel nostro parlamento e nell’attuale governo, non fanno più cronaca: basta, ad esempio, pensare ai FAS che il povero sud doveva avere, per combattere la povertà e la disoccupazione, che certamente si aggraverà in autunno, quando le superstiti piccole e medie aziende saranno costrette a chiudere i battenti. E chi l’ha presi questi soldi?: il nord della lega e l’Abruzzo dei terremotati. Il nostro governo ruba ai poveri per far vedere che è presente nei suoi impegni di governo. Questa non è una riflessione partitica, tanto la sinistra, al posto di questo governo, forse avrebbe fatto di peggio. E’ solo una constatazione che vuole far riflettere i lettori, specie perché colpisce la povera gente del sud, che invece di essere adeguatamente aiutata ed assistita, come richiederebbe la sua condizione, viene invece criminalizzata, con leggi speciali, come il 41 bis che non tiene alcun conto della dignità dell’uomo, assegnate spesso su semplici indizi (e non su prove provate) e poi smontate da qualche laborioso avvocato. Intanto la magistratura abruzzese dovrebbe rispondere, in prima persona, sui mancati controlli delle commissioni che hanno firmato i consensi a costruire, all’Aquila, senza il rispetto delle norme richieste. Ma vediamo perché il nostro ministro Brunetta è diventato untore. Tutti sappiamo che ormai siamo esposti al virus N1H1, dell’influenza A, essendo stata dichiarata pandemia. Ma è lui, il nostro amato putto invecchiato, che, ancora una volta decide per la medicina, dichiarando che le scuole si possano aprire alla data stabilita e che i nostri giovani possono viaggiare tranquillamente e i nostri aeroporti devono accogliere tutti i voli, anche quelli provenienti dai paesi (come l’Inghilterra che invece vuole impedire le partenze di chi contrae la malattia) altamente soggetti all’infezione virale. Si parla di una recrudescenza dell’influenza A, nel nostro paese, in autunno, quando forse è già pronto un vaccino (?), ma non c’è una disponibilità assoluta di antivirali: le persone a rischio, in Italia, non sono poche. Che farà allora l’untore Brunetta? Chiederà aiuto ai medici, che non lo stimano molto? Chiuderà le scuole e gli aeroporti infetti per la promiscuità? Non sarebbe più giusto che di queste cose ragionassero le persone competenti e che i politici facessero solo il ruolo che gli compete, che è quello li legiferare e di fare rispettare, democraticamente, queste leggi? Prof. Antonio Vento Roma 21-07-09 |
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